LE PREMESSE: Pedraneschi e Pastorello, presidente e general manager, confermano l’ossatura dell’organico andando a rinforzarlo con acquisti mirati. A centrocampo arrivano Pin (Lazio), strappato alla concorrenza del Torino, e Pizzi (Inter), mentre il sogno Crippa si infrange sulle eccessive pretese del Napoli. In difesa Minotti viene trattenuto dalle avances della Juve e arriva Matrecano (Foggia). L’attacco viene potenziato dai sudamericani Asprilla (Nacional Medellin) e Sergio Berti (River Plate), talentuoso argentino che però non riuscirà ad imporsi lasciando Parma per tornare in Argentina dopo appena 4 presenze. LA STAGIONE: L’obiettivo stagionale è quello di consolidarsi tra le migliori realtà italiane e per fare ciò Scala conferma la struttura tattica. Poche variazioni in difesa, con Benarrivo a destra e Di Chiara a sinistra a fare i terzini ma spesso anche le ali in fase di spinta. Al centro della difesa Minotti libero, poi Apolloni affiancato a turno da Grun o Matrecano, a seconda del problema numerico degli stranieri. Solita marcatura a zona col libero dietro e con Zoratto play e perno davanti alla difesa, con Pin valida alternativa, supportato dalle mezz’ali Brolin e Pizzi. Davanti l’anarchico colombiano Asprilla diventa ben presto il partner fisso di Melli. La stagione conferma le aspettative, pur con qualche piccola tensione legata soprattutto a Brolin, svedese esploso ai mondiali americani, che tarda a rinnovare il contratto offerto dalla società, Melli che per un periodo finisce in panchina, Taffarel che perde il posto a favore di Ballotta. A questi si aggiungono i malumori di Osio, tra i più talentuosi palla al piede ma fuori dai titolari, e Cuoghi che paga l’età avanzata. Pur non disponendo di campioni assoluti e nonostante un avvio di stagione difficoltoso, la squadra di Scala ottiene l’obiettivo prefissato, chiude il campionato al terzo posto, conquista la Coppa delle Coppe e si toglie la soddisfazione di mettere fine al record di imbattibilità del Milan andando a violare San Siro. VOTO: 7