LE PREMESSE: La Juve parte con il proposito di essere l'anti Milan mettendo a segno il colpaccio Vialli, preso dalla Samp per 30 miliardi in quello che diventa il trasferimento più caro nella storia dopo una lunga telenovela e nonostante il desiderio di Vialli di non lasciare Genova. L'affare Vialli coinvolge anche la cessione del play Corini, mai amato da Trapattoni, e di Bertarelli, rivelazione in B con l’Ancona. Per la fascia sinistra, dopo aver cercato Jarni e Carboni, arriva dalla D lo sconosciuto Torricelli (Caratese), notato durante un'amichevole estiva. Tra le cessioni quella del tedesco Reuter (Borussia Dortmund), che lascia Torino dopo una sola stagione, non senza una punta di veleno; stessa sorte per Tacconi (Genoa) e Schillaci (Inter), al cui posto arriva Ravanelli (Reggiana) a fare da terza punta alle spalle di Vialli e Casiraghi. In mezzo al campo arrivano Dino Baggio di rientro dal prestito all’Inter e il nazionale inglese Platt (Bari), identikit del centrocampista dinamico fortemente richiesto dal Trap. A coronamento di una campagna acquisti faraonica, l’arrivo del numero 10 tedesco Andy Moeller (Eintracht). L’unica delusione sul mercato è il mancato arrivo di un difensore centrale dopo i tentativi per Minotti e Vierchowod. LA STAGIONE: Nonostante le grandi aspettative, la squadra non ingrana e si trova subito a distanza siderale dai rossoneri. Il simbolo delle difficoltà è rappresentato da Vialli che non riesce a sbloccarsi in zona gol e viene addirittura arretrato dal Trap a centrocampo arrivando a perdere la nazionale. Anche Casiraghi, dopo 3 anni di titolarità, conosce un’involuzione che lo porta a perdere posizioni nelle gerarchie offensive, dietro anche a Ravanelli. Anche Platt lamenta malumori per la posizione da regista impostagli dal Trap mentre Roberto Baggio esterna pubblicamente dubbi sulla qualità di gioco ben inferiore a quella del Milan, con la squadra che si affida quasi esclusivamente ai colpi dei singoli. A complicare le cose arriva il grave infortunio del perno difensivo Julio Cesar, che accentua la lacuna sul mercato. La sorpresa in positivo è data da Moeller, che riesce ad abbinare qualità e quantità, diventando il principale punto di riferimento della manovra juventina. Nonostante lo scarso rendimento in trasferta con i punti più bassi toccati a Brescia e nel clamoroso 1-5 a Pescara, il campionato si chiude con la qualificazione UEFA in una stagione che viene salvata dal trionfo in coppa UEFA. VOTO: 5,5