LE PREMESSE: Attorno al Milan si continua a respirare grande fiducia. La rosa guidata da Capello, dopo tre scudetti consecutivi e una Champions appena conquistata, resta quasi la stessa. L’unico movimento significativo in entrata è il ritorno di Gullit dalla Samp, riacquistato alla stessa cifra per la quale era stato ceduto. Gli altri sono movimenti minori: Di Canio (Napoli), M. Orlando (Fiorentina) e Stroppa (Foggia), buoni per rinforzare una panchina che non può più contare su Brian Laudrup (Rangers), Raducioiu (Espanyol) e Papin (Bayern Monaco). Gli unici dubbi sono di natura anagrafica relativamente all’età di molti elementi chiave come lo stesso Gullit, Massaro, Baresi, Tassotti e Donadoni. Gli altri interrogativi riguardano il recupero di Lentini e la solidità atletico-psicologica di Savicevic ma la sensazione è che il Milan sia ancora la squadra da battere, nonostante le rinnovate velleità di Juve, Parma e Lazio. LA STAGIONE: Contrariamente alle aspettative, la stagione inizia molto male e la squadra inanella una serie negativa sia nei risultati che nelle prestazioni, su cui spiccano il sofferto pareggio di Cagliari e le sconfitte a Cremona e Padova. I malumori nello spogliatoio trovano il loro culmine nella rottura totale tra Gullit e i compagni (in particolare Costacurta e Massaro che replicano pubblicamente alle insofferenze del tulipano manifestate nel dopo partita con la Juve) e che porta alla richiesta di cessione immediata da parte dell'olandese. La società riesce in pochi giorni ad imbastire con la Sampdoria uno scambio che porta Gullit al ritorno in blucerchiato e Melli in rossonero, nonostante la delusione dell'attaccante ex Parma che aveva puntato forte sull'esperienza doriana. Tuttavia gli effetti non si vedono, Melli vede poco il campo e il Milan chiude l'anno solare con il penultimo attacco del campionato. Il girone di ritorno vede invece il Milan ritornare agli ottimi livelli delle stagioni precedenti, andare avanti in Champions fino all’atto finale perso con l’Ajax e risalire posizioni fino al quarto posto finale grazie anche alla prolificità di Simone e all'estro di Savicevic. VOTO: 5,5