LE PREMESSE: Tempo di rivoluzione in casa Milan, complice anche l'inizio dell'epoca Bosman che apre le frontiere al calcio. Capello va al Real Madrid e arriva Tabarez, già allenatore con successo al Cagliari. La rosa campione d'Italia viene confermata in blocco e anzi potenziata con gli arrivi del promettente Pagotto (Sampdoria) vice Rossi, Vierchowod (Perugia), gli olandese Reiziger e Davids (Ajax) e Dugarry (Bordeaux), giustiziere del Milan in coppa UEFA. Resta a sorpresa anche Tassotti, che prolunga di un anno il contratto tornando sui suoi passi dopo l'addio a fine stagione precedente. Grande abbondanza dunque per Tabarez, che dovrà essere bravo a gestire i dualismi, su tutti quello difensivo tra Panucci e Reiziger e quello offensivo tra Baggio e Savicevic. Weah è la gigantesca sicurezza, Baresi il dubbio anagrafico, per il resto sembra un Milan favoloso. LA STAGIONE: Nonostante il Milan parta nuovamente con il favore dei pronostici, i risultati tardano ad arrivare e Berlusconi si trova a dover difendere il tecnico pubblicamente. Ben presto Tabarez sconfessa completamente le intenzioni estive di un Milan con modulo fantasia Baggio-Savicevic-Weah e ripiega su un classico (capelliano) 4-4-2 con Savicevic esterno a destra e Baggio sacrificato in panchina a favore della coppia Weah-Simone che mostra un'intesa eccezionale. Vengono così disattese le aspettative del 'Piccolo Principe', che sperava nel nuovo tecnico dopo i sacrifici tattici imposti da Capello che lo vedeva nel ruolo di attaccante puro. L'avvio di campionato è accettabile ma arrivano presto i primi cedimenti che vedono come maggiore imputata un''organizzazione difensiva che, per la prima volta dopo anni, inizia a vacillare. Rossi accusa gravi incertezze (evidente quella che costa il primo dei tre gol con la Roma) e per la prima volta in tanti anni viene fischiato. E sono proprio gli errori clamorosi di Rossi, assieme alla prodezza in rovesciata di Luiso, a determinare la sconfitta di Piacenza e il conseguente esonero di Tabarez, tecnico gentiluomo e per questo accusato di essere troppo morbido con i giocatori. La notte stessa dell'esonero, Berlusconi contatta Sacchi (prima scelta rispetto a Scala) che accetta subito la sfida lasciando la Nazionale. L'esordio è da incubo con la clamorosa eliminazione in Champions in casa per mano dei modesti norvegesi del Rosenborg. In campionato Sacchi raccoglie appena quattro punti in sei partite. Lo 0-3 con la Lazio porta all'individuazione del caprio espiatorio in Panucci che viene ceduto al Real di Capello in una trattativa lampo per appena 8 miliardi. Baggio viene emarginato pagando una difficile storia in Nazionale con Sacchi, Simone polemizza di continuo con l'allenatore e Davids diventa un po' simbolo di questo Milan: volenteroso fino a sfiancarsi ma anche pasticcione e completamente digiuno di tempi di gioco. Sacchi le prova tutte, compreso un cambio di modulo con l'adozione del 4-3-3 con Dugarry punta centrale e Savicevic e Simone esterni, ma il risultato è sconfortante e solo l'ingresso in campo di Baggio propizia il pareggio a Cagliari. Già a marzo si parla di un ritorno di Capello e l'umiliazione con la Juve (1-6) spegne definitivamente ogni speranza di conquistare almeno un posto in UEFA. Nel finale Sacchi concede almeno un posto da titolare a Baggio ma l'undicesimo posto finale consegna agli annali il peggior risultato dell'era Berlusconi. VOTO: 4