LE PREMESSE: Ceduto lo scettro dopo un triennio di dominio, il Milan si attrezza per riprendersi il titolo. Il primo grande colpo è l’arrivo dal Paris Saint Germain per 12 miliardi del 29enne attaccante liberiano Weah, talento sbocciato al Monaco ed esploso definitivamente al P.S.G. imponendosi anche in Champions League, pur eliminato proprio dal Milan in semifinale. L’altro colpo da 90 è l’ingaggio di Roberto Baggio, in scadenza di contratto con la Juve, e per il quale il Milan – dopo un’estenuante trattativa per l’indennizzo da riconoscere alla Juve - supera la concorrenza di Inter e molte altre società, forte della volontà del giocatore. La scommessa che Capello, entusiasta dell’affare, è convinto di vincere è quella di far coesistere Baggio e Savicevic dietro a Weah. Oltre ai due big arrivano l’ex stella portoghese Futre (Reggiana), inizialmente in prestito per la tournée in Oriente ma poi a titolo definitivo dopo le ottime prestazioni in tournée, e i giovani Locatelli, talentuoso trequartista ex Atalanta, e Ambrosini (Cesena). Lascia un simbolo della storia recente, Massaro, che va in Giappone (Shimizu S-Pulse) dopo un’ultima stagione difficile per via dei malanni alla schiena e chiusa con la delusione di Vienna. LA STAGIONE: L'avvio di campionato è convincente con cinque vittorie nelle prime sei giornate, tra cui il successo esterno con la Roma e quello a San Siro con la Juve. La Fiorentina è l'unica squadra ad insidiare il primato rossonero e resiste in scia fino al 2-2 pre-natalizio che mantiene i viola ad un solo punto dai rossoneri. Il primato viene consolidato nelle giornate successive nonostante la partenza di Weah per la coppa d'Africa, un Baggio quasi sempre sostituito a gara in corso da Capello ad avvalorare i dubbi della sua coesistenza con Savicevic, e i malumori di un Simone che si ritrova quarta scelta. Nonostante le continue frizioni tra Capello e Galliani (che si dice abbia già bloccato Tabarez) per il rinnovo contrattuale, il Milan conserva un buon margine sulle avversarie. Soltanto nel finale, dopo i pareggi con una Lazio in piena crisi e nel recupero di Cagliari, si avverte preoccupazione per la rincorsa della Juve e per l’evidente calo fisico della squadra. Ma è la vittoria a Napoli (come già nell'88 e nel ‘92) decisa da Panucci a sancire un vantaggio ormai incolmabile sulla Juve e consegnare al Milan e a Capello il quarto scudetto in 5 anni. VOTO: 7,5