Marlene Kuntz - L'esangue deborah (Significato e Interpretazione della Canzone)
"I parenti sono come gli stivali...
più sono stretti e più ti fanno male"
(Charlie Firpo - Pari e Dispari)
Versione Studio Il Vile (1996)
Live Arezzo Wave (1997)
Live Roma Auditorium (2008)
Testo
L'esangue Deborah si muove gracile
E piange al sole, che non è colpevole
L'esangue Deborah languisce dietro me
Mi chiedo se lei sa che osservo il crimine
E gocciola di viltà il mio rancore
Mi chiedo se lei sa che soffro il crimine
Ma tutto ciò che ho è l'impaccio che non mortificherò
Mai, Mai, Mai
L'esangue Deborah commuove gli angeli
E il cielo è fuoco splendido d'amore
L'esangue Deborah congeda l'anima
Fra poco sprezzerà l'inganno intorno a lei
Tutto ciò che ho è l'impaccio che non mortificherò
Mai, Mai, Mai
L'esangue Deborah
L'esangue Deborah
L'esangue Deborah
L'esangue Deborah
Sulla canzone...
L'esangue Deborah racconta la morte psicologica di una persona dal punto di vista di chi, da vicino, ne osserva la decadenza fisica e spirituale senza poter o voler intervenire (Mi chiedo se lei sa che soffro il crimine ma tutto ciò che ho è l'impaccio che non mortificherò). Deborah rappresenta la condizione di vuoto esistenziale e di solitudine che annienta ogni impulso vitale, azzera ogni prospettiva e porta all'accasciamento.

Cristiano Godano ha recentemente scritto una lunga analisi sul pezzo, di cui riporto qualche estratto:
La mia Deborah è a tutti gli effetti fragile (il testo dice: gracile) e alcune parole utilizzate accondiscendono a una estremizzazione rischiosa: 'crimine', 'angeli', 'cielo' fanno purtroppo pensare a qualcosa di luttuoso, mentre il fatale decadimento a cui si assiste è più una sorta di lenta morte spirituale, tanto pronunciata e forte da mettere a repentaglio la vita stessa pur senza annientarla del tutto. [..]
Non volevo certo risparmiarmi nel comunicare un senso di prostrazione, e questa canzone è a tutti gli effetti (e giustamente) prostrata e dimessa, come io la volevo 'vedendo' Deborah. Nonostante gli eccessi verbali, mantengo una specie di frenesia assai gratificante alla rilettura e al ri-ascolto della seconda strofa: la parte strumentale che si dispiega prima di essa esce dalla pausa dopo il primo ritornello con una pienezza che mi ha sempre provocato particolari gioie interiori. Sia il timbro degli strumenti che le note da essi suonate mi sono sempre sembrati fantastici e eccitanti, e in me assumono quasi il significato di un preludio sonoro preparatore dell'immagine del cielo infuocato d'amore, con gli angeli partecipi di una scena terrena toccante e non trascurabile, neppure da loro, collocati come sono nei loro luoghi alti e impassibili. [..]
Il finale si dilata in una atmosfera strumentale dal sapore psichedelico e vicino ai maestri Sonic Youth, che di queste cose se ne intendevano: è un commento dolente agli scenari visti durante il pezzo, e mantiene viva ancora per qualche frangente l'immagine di lei, rinforzandola nelle menti empatiche di chi l'ha saputa accogliere e virtualmente abbracciare.